Lottare per 30 anni, per una nazione che non esiste.

Foto di Vadim Ghirda marzo 2022 “Fiori posti dalle persone su un veicolo militare ucraino distrutto”

In questi giorni sui giornali, alla TV, sui social si parla tanto di Transnistria. Del presunto interesse da parte del Kremlino di creare una linea a sud e a sudovest dell’Ucraina che arrivi fino alla Transnistria.

Leggo tantissime informazioni e sento varie opinioni sull’argomento transnistriano. Per introdurre questo argomento bisogna iniziare con la cosa più importante e corretta: il territorio della Transnistria fa parte ed è il territorio della Repubblica Moldova!

Facciamo qualche passo indietro arrivando all’anno 1989, quando cadde il muro di Berlino e il mondo sovietico piano piano si stava sgretolando. I paesi sotto l’URSS uno dopo l’altro vinsero le loro indipendenze, come successe anche in Moldova. La Transnistria, situata a est, ha il fiume Nistru che fa da frontiera naturale tra lei e tutto il resto del territorio della Moldova. Quando nel 1991 la Moldova dichiarò la sua indipendenza, la Transnistria era sotto shock. Il suo cuore altamente sovietico non voleva smettere di battere. Infatti dal 1990 al 1992 furono tanti i conflitti tra i militari moldavi contro le forze separatiste. L’incapacità dei politici moldavi di allora, l’implicazione su larga scala della Russia, hanno avuto come conseguenza una guerra chiamata anche moldo-russa durata da marzo a luglio ’92 con più di 300 morti e la presenza permanente (anche ora) della 14-a armata russa sul suolo della Transnistria. Grazie proprio alla protezione di Mosca, le autorità della Transnistria si sono autoproclamate come Reppublica moldava di Transnistria ( una nazione che non esiste riconosciuta solo dalla Russia, anche tuttora), non hanno mai riconosciuto la bandiera della Moldova, la lingua rumena come lingua di stato, la moneta moldava.

Oggi la Transnistria vive in un mondo che non esiste, vive ancora in un mondo sovietico. La popolazione è poco più di 500.000 abitanti. La lingua ufficile è il russo e nelle scuole si studia rispettando il sistema educativo russo. Sulla sua bandiera è presente il simbolo assoluto del mondo sovietico “la falce e il martello”. La mafia russa ha in mano tutto il sistema economico del territorio. Per entrare sul territorio della Transnistria ci sono vere e proprie frontiere, e l’accesso non è scontato.

Sono 30 anni che questo è un argomento molto dolente per la Moldova, soprattutto in questi mesi. Non c’è mai stata una discriminazione nei confronti della popolazione transnistriana (come cerca e cercherà di far credere Mosca), semplicemente vogliamo che tutto il territorio della Repubblica Moldova viva in pace e senza frontiere, senza un orco malvagio pronto giorno e notte a controllare un pezzettino di terra che non è MAI stato suo. Anche perchè in Transnistria vivono i nostri parenti, amici, e nessuno vuole il male di nessuno. La propaganda russa è molto forte sul suolo moldavo, immaginate in Transnistria com’è! Dobbiamo restare uniti e non cedere alle provocazioni ed alle insinuazioni!

Ogni moldavo è preoccupato, siamo un paese molto piccolo. Vogliamo diffendere la terra, la pace e soprattutto la nostra identità nazionale che per tanti anni ci è stata rubata, violentata e massacrata! Abbiamo paura, proprio come il popolo ucraino che tutto possa ritornare come 30 anni fa: povertà, disinformazione, paura, criminalità alle stelle, un sistema politico antidemocratico e tanto lavaggio del cervello.

Qualche giorno fa un ragazzo ucraino (rifugiato con problemi di salute) a un certo punto mentre parlavamo mi ha guardato dritto negli occhi e con voce piena di orgoglio patriottico mi ha detto: “Noi vinceremo, perché stiamo difendendo la nostra terra. L’Ucraina appartiene a noi, siamo motivati, siamo patriottici e nessuno potrà mai toglierci la nostra casa!” Poi gli occhi gli si sono riempiti di tristezza, ha distolto lo sguardo dicendo: “Vinceremo, ma dispiace molto per tutti i morti…”

Tatiana

Non diteci di rinunciare alla libertà.

Foto di Francesca Mannocchi, Charkiv, 02/03/2022 *

Mondo del ventunesimo secolo non lasciarci finire nelle mani dell’oscurità! Abbiamo già vissuto, abbiamo sofferto sotto questa dittatura, sappiamo cosa vuol dire: “non aprire bocca e non vedere le cose”.

Homo sovieticus non tornare, non sei più di moda, non sei necessario in un mondo moderno!

C’è stato un tempo in cui l’uomo sovieticus non doveva pensare con la sua testa, non doveva dire parole in più, non doveva essere orgoglioso (sentimento assolutamente troppo democratico), non poteva sognare, non doveva assolutamente perdere tempo perchè chi perdeva tempo non era un vero sovietico. C’è stato tempo in cui nella mia terra non si parlava più la mia lingua, non si cantavano canzoni nella mia lingua, non si studiava più la storia dei nostri antenati, non si pregava e non si guardava verso l’occidente. Ci sono stati tempi in cui chi era una minaccia veniva eliminato e la paura faceva parte della vita quotidiana. Per generazioni il lavaggio del cercello faceva parte del sistema politico al comando, per generazioni si è pensato: “non viviamo bene perchè non ce lo meritiamo”… Con cosa e in cosa abbiamo sbagliato, in cosa ha sbagliato il mio popolo per meritarsi queste oppressioni? Abbiamo avuto SOLO la sfortuna di essere geograficamente posizionati troppo vicino a una terra imperialista!

Oggi c’è la guerra, si legge, si vede, si testimonia ogni giorni così tante attrocità. Alcuni capiscono la voglia di difendere la propria terra altri la condannano. Io sono dalla parte di chi capisce.

Quando, nel ’91, la Repubblica Moldova ottiene la sua indipendenza, tutto il popolo sognava la libertà e la democrazia. Anche se nessuno che usciva dal mondo comunista sapesse in realtà cosa volesse dire vivere in democrazia. Come ci si doveva comportare in un paese libero e senza paura? Le aspettative erano molto alte, finalmente il patriottismo era sulla bocca di tutti, i poeti lo scrivevano e i cantanti lo cantavano. Poi negli anni, l’entusiasmo piano piano si spense, la delusione si leggeva negli occhi di ogni cittadino. In tutti questi 30 anni d’indipendenza abbiamo avuto al potere solo politici filorussi: il cordone ombellicale russo non era stato mai tagliato. Si viveva sempre sotto la stretta sorveglianza russa, solo che non si usava più la parola “dittatura”, ma una specie di “democrazia camuffata russa”. Crisi economica, emigrazione di massa, povertà e niente futuro; questo è stato per 30 anni il mio paese, con al vertice politici filorussi. Quando nel dicembre del 2020 venne eletta come presidente Maia Sandu, il mio popolo finalmente in lei vide uno spiraglio di luce verso la vera vita democratica ed europea. Finalmente il nostro paese allaccia amicizia con diversi paesi esteri, prima gli unici paesi con cui si faceva politica estera erano solo Russia e Bielorussia.

Quando sento in questi giorni alla TV alcuni “opinionisti” che dicono che l’Ucraina si deve arrendere, che dovrebbe piegare la testa, mi viene da urlargli contro! Come si fa a rinunciare alla vita democratica, alla libertà tanto attesa? Come credete che il popolo ucraino può voltare le spalle alla propria terra, alla propria lingua, alla propria libertà dopo tutto quello che hanno dovuto subire negli anni del comunismo e il dopo, proprio come il mio paese? Dovete sapere che il patriottismo, l’amore per la propria terra non si può soffocare!

E anche se la terra ucraina venisse conquistata, come credete che saranno accolti i russi? Credete che il popolo ucraino non uscirà per le strade a protestare? Credete davvero che rinuncerà facilmente alla propria terra e tornerà la pace? Credete davvero che non si verserà più sangue?

Maledetto sia colui che vuole la terra di qualcun altro!

Maledetto sia colui che ha distrutto l’infanzia e il futuro di tanti bambini!

Maledetto sia colui che ha distrutto e raso al suolo intere città e paesini!

Maledetto sia colui che ha violato la terra fertile di un altro paese!

Maledetto sia colui che ha separato i padri dai propri figli!

Maledetto sia colui che fa piangere tante donne e bambini!

Maledetto sia colui che non ha coraggio di ammettere la parola “guerra” ma si sta nascondendo dietro le parole “operazione militare”.

Maledetto tu che hai tolto la libertà di parola al tuo popolo e lo stai trasformando in un popolo disinformato, selvaggio e analfabeta!

Non ditemi che le ragioni e gli sbagli sono da entrambe le parti, perchè in un mondo civile si discute con le parole a un tavolo rotondo, non con le armi invadendo come se fossimo nel medioevo!

Mi sento vicina al popolo ucraino, perchè so quello che hanno vissuto per anni, perchè noi siamo i loro vicini di casa, perchè la paura di un ritorno della malvagità ce l’ha anche il mio popolo!

Cлава Уцраїна!

*La foto all’inizio dell’articolo è della giornalista Francesca Mannocchi, che è sul fronte ucraino. La foto rappresenta una macchina dei civili che sta cercando di lasciare il paese sotto attaco. Sui vetri della macchina c’è scritto “bambini”, così si spera che la macchina non venga attacata.

Tatiana