Lo sport che educa. (intervista)

L’ultimo articolo che ho pubblicato parlava della fede nei cuori dei ragazzi di oggi, se esiste, se i ragazzi trovano rifugio in essa.

Forse il mio cuore di genitore e la mia curiosità da persona cresciuta in anni molto diversi da quelli di adesso, mi spingono a farmi sempre delle domande ed ho scoperto con grandissimo piacere che articoli del genere piacciono anche a voi. E’ proprio vero, la semplicità non passa mai di moda.

Oggi voglio scrivere dello sport. Lo sport che educa, che unisce, fa gioire e battere forte le emozioni! Cosa è lo sport oggi per un/a ragazzo/a? E’ passato di moda o è ancora la colonna stabile di una generazione? Per capire meglio e avere un’opinione da un esperto in materia ho chiesto aiuto a Gian Luca Marini, allenatore e responsabile del settore Minibasket della Pallacanestro Brescia.

Ho incontrato Gian Luca nella palestra Verrocchio a Brescia. I ragazzi della squadra Esordienti avevano appena finito di fare il loro allenamento. La palestra era piena di entusiasmo e risate dei ragazzi, si sentivano i loro canti negli spogliatoi e gli scherzi che si facevano a vicenda.

Che ruolo ha nella vita di un ragazzo lo sport, nella sua crescita? Lo sport può salvare?

“Gli sport di squadra permettono a un bambino o ragazzino/a di riuscire a condividere dei momenti insieme, ma anche di avere un confronto non solo con se stesso ma anche rapportarsi con gli altri! Lo sport è fondamentale, soprattutto nell’adolescenza e salva assolutamente! Ci sono varie situazioni che un ragazzo/a può vivere come: un problema in famiglia, la solitudine o situazioni di bullismo e far parte di una squadra sicuramente lo aiuta e lo fa sentire parte di un gruppo, gli da amicizie su cui poter contare!”

Allenamento insieme a Prezzemolo, Minibasket

I ragazzi di oggi sono diversi dai ragazzi di qualche anno fa?

“I ragazzi di oggi sono molto più svegli per quanto riguarda il digitale, i social. Anche fisicamente, di costituzione i ragazzi di oggi sono più alti di come eravamo noi ai tempi alla loro età però dal punto di vista motorio sono più indietro, hanno poco equilibrio, alcuni proprio non sono capaci di correre e sicuramente una buona parte della colpa sta proprio nel telefonino/social. Lo sport, io tiro acqua al mio mulino, la pallacanestro aiuta anche dal punto di vista cognitivo: riesce a conciliare l’aspetto cognitivo a quello fisico”.

Il basket qui in Italia è sottovalutato secondo te?

“Dal punto di vista mediatico, si. Secondo me è sottovalutato da chi non lo conosce bene, perché dicono: tanto giocano solo quelli alti, o giocano solo i maschi. E’ falso, perché prima di tutto possono giocare tutti e le ragazzine tranquillamente fino agli under 14 possono giocare in squadra insieme ai maschi. C’è da evidenziare una cosa molto importante: sono stati fatti cambiamenti nel minibasket che poi sono stati copiati anche dagli altri sport, perché il minibasket (che è stato strutturato da Maurizio Cremonini) negli ultimi anni fa sì che i bambini ragionino molto mentre fanno basket. E’ stato proprio studiato che nelle proposte educative/esercizi del minibasket i bambini debbano risolvere dei problemi per arrivare a un qualcosa, per esempio arrivare al canestro o a un passaggio e lì il bambino per forza deve ragionare”.

Il basket è vissuto dai ragazzini un po’ come “il grande sogno americano”. Ovviamente tutti hanno come idolo Michael Jordan o LeBron James. Qui sul territorio bresciano la realtà del basket com’è?

“Con il fatto di avere la Pallacanestro Brescia in seria A1 il movimento bresciano ne ha giovato. Per i bambini, ragazzi avere una squadra della seria A1 e seguirli, poter vedere le partite in casa, poter tifare, poter avere degli idoli qui è davvero uno stimolo enorme. I numeri del minibasket sono tornati e sono aumentati rispetto al pre-pandemia, ciò vuol dire che stanno investendo bene e sicuramente la prima squadra (la Pallacanestro Brescia) fa la differenza: la società è brava a coinvolgere i propri giocatori con varie iniziative sul territorio ed a farsi pubblicità”.

Festa di Natale Minibasket

Allora la società Pallacanestro Brescia crede nella continuità?

“Assolutamente si! L’obiettivo numero 1 è non perdere nessuno, dal Minibasket agli under 19. La Pallacanestro Brescia ha creato il progetto “Academy”, dove chi non viene preso a far parte delle squadre del settore giovanile della Pallacanestro Brescia viene dirottato verso Società dell’Academy più comode per le famiglie o più comode per gli orari, o per vicinanza; perciò nessuno ragazzino/a viene lasciato solo.”

Parlando con Gian Luca ho capito che fare sport non è banale, lo sport aiuta, lo sport unisce ed educa. Soprattutto se c’è un allenatore che riesce a far diventare la fiducia nello sport ancora più sana e solida. Gian Luca per i suoi ragazzi prima di tutto vuole essere un educatore; educare a rapportarsi con i propri compagni di squadra, con gli avversari, con gli arbitri; educare a stare in campo. Perché, alla fine, quando si educa ad avere rispetto per quello che ti circonda si ha un sano modo di vivere.

Torneo di fine stagione, giugno 2023. L’Academy Summer Tournament.

Tatiana

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