È autunno in Moldova

È ora di aprire una confettura autunnale. Una di quelle confetture che metti da parte per giornate piene di malinconia.

In un qualsiasi paesino moldavo quando chiedi a un contadino cosa è per lui l’autunno, lui ti risponderà: “Tanto lavoro!”.

L’autunno, per chi lavora la terra, inizia quando l’uva si trasforma in mosto, quando le famiglie intere si radunano per la vendemmia. L’autunno inizia quando l’aria cambia; un profumo nuovo avvolge tutto, è il profumo della terra fertile che è pronta a donare i suoi raccolti.

È autunno quando i contadini lasciano le semplici scarpe per indossare le galosce e i cappelli, le donne, le ragazze mettono in testa i fazzoletti per protegersi dai venti freschi e i bambini cominciano ad avere i nasini sempre colanti.

Davanti ad ogni cancello ci sono rimorchi pieni di granoturco da pulire e sistemare. Gli alberi di noci vengono spogliati dai loro doni e nell’orto rimangono gli ultimi ortaggi da raccogliere. Quando si passa per strada e si guarda nei giardini di ogni casa, si vedono le botti in legno pulite, aggiustate, pronte per essere riempite con il nuovo vino.

È autunno quando nei beciuri* non c’è più posto. Sono strapieni di conserve di ogni tipo: dolci o salate, olio, botti di vino piene, rigorosamente da consumare durante il lungo inverno e primavera.

È autunno in Moldova, quando i campi rimangono spogli dopo le ultime raccolte, la terra di color nero viene preparata per l’arrivo dell’inverno e la frutta raccolta dai frutteti è messa nelle casse lasciando le foglie gialle a fare i loro balletti indisturbate. Da mattina a sera l’unico rumore che si sente per le vie dei paesi e nei campi è il rumore dei trattori.

Per me l’autunno iniziava quando a scuola si faceva il festival dell’autunno, “Autunno d’Oro”, quando il mio papà portava a casa rimorchi di legna da sistemare sotto i muri dei fienili, servivano per riscaladre le case durante l’inverno. Era un lavoro molto faticoso, per noi bambini soprattutto ma nessuno si tirava indietro, sapevamo che tutto serviva per il nostro bene! E i fienili invece erano pieni di patate, cipolle, con sacchi di farina di grano duro e di mais.

Un contadino sa che la terra non aspetta, bisogna sempre ascoltarla e rispettarla. Un contadino sa che durante l’autunno non c’è tempo da perdere, le piogge sono più spesse, i venti più rigidi e l’inverno può arrivare all’improviso.

C’è tanto lavoro in Moldova, le mani di un contadino non sono mai stanche, il cuore mai tranquillo, l’anima sempre in preghiera e gli occhi sempre all’insù a guardare il cielo come cambia.

beciuri*- cantina tipica moldava, scavata nella terra. Alcuni hanno queste cantine in casa, altri scavate nel giardino. Sono un luogo naturale, come un frigorifero, dove si conservano le proviste.

Tatiana

1 Commento

  1. Parole queste che mi portano in dietro di decenni, il fresco del mattino, la rugiada che evapora con i timidi raggi di sole e noi bambini che munuti di forbici e secchiello andavamo a raccogliere l’uva, le mele, le patate….insieme ai compagni di classe nei campi delle società agricole locali… Ah che dolci ricordi…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *